 
				Launeddas, aerofono policalamo ad ancia della tradizione sarda
metà XX secolo
							inventario
						IGB-20209
					
								autori
							
								manifattura sarda
						
							collocazione
						deposito
							
							descrizione
						
							Lo strumento appartiene alla categoria dei clarinetti, ossia strumenti ad ancia. L'ancia è intagliata direttamente sulla canna, che per tradizione è di tipo arundo donax, fissata sul corpo delle canne con della cera e con del filo di rinforzo. Ancora un filo di rinforzo è presente nella parte alta della canna prima del taglio della linguetta dell'ancia. Le tre canne sono state tutte e tre unite sia con un manicotto di cera (che di solito si usa solo tra le due più lunghe) sia con del nastro adesivo nero, che non è coerente con lo strumento, per non disperdere le canne; la canna più corta è disposta al contrario. I fori per le dita delle launeddas sono rettangolari così come l'ultimo foro verso il basso chiamato s'arrefinu che serve a regolare l'intonazione della nota fondamentale della canna grazie all'uso di cera.
								
E' lo strumento più rappresentativo della cultura musicale sarda ma affonda le sue radici nella preistoria. Grazie alla molteplicità delle canne è in grado di produrre polifonia. Per far suonare lo strumento è necessaria la la tecnica della respirazione circolare. I fori per le dita delle launeddas sono rettangolari così come l'ultimo foro verso il basso chiamato s'arrefinu che serve a regolare l'intonazione della nota fondamentale della canna grazie all'uso di cera. Ogni canna ha un suo nome specifico:
- mancosedda è la canna più corta, ha 4 fori rettangolari più il s'arrafinu.
- mancosa o mancosa manna è la canna mediana, ha 4 fori rettangolari più il s'arrafinu.
- tumbu è la canna più lunga, non ha fori per le dita né il s'arrufinu ed è composta, solitamente, da due pezzi innestati uno sull'altro che si possono anche staccare per facilitare il trasporto dello strumento (non per accordarlo).
					E' lo strumento più rappresentativo della cultura musicale sarda ma affonda le sue radici nella preistoria. Grazie alla molteplicità delle canne è in grado di produrre polifonia. Per far suonare lo strumento è necessaria la la tecnica della respirazione circolare. I fori per le dita delle launeddas sono rettangolari così come l'ultimo foro verso il basso chiamato s'arrefinu che serve a regolare l'intonazione della nota fondamentale della canna grazie all'uso di cera. Ogni canna ha un suo nome specifico:
- mancosedda è la canna più corta, ha 4 fori rettangolari più il s'arrafinu.
- mancosa o mancosa manna è la canna mediana, ha 4 fori rettangolari più il s'arrafinu.
- tumbu è la canna più lunga, non ha fori per le dita né il s'arrufinu ed è composta, solitamente, da due pezzi innestati uno sull'altro che si possono anche staccare per facilitare il trasporto dello strumento (non per accordarlo).
							definizione
						launeddas aerofono ad ancia
					
							misure
						
							lunghezza: 480 mm (canna più corta - mancosedda); lunghezza: 610 mm (canna mediana - mancosa); lunghezza: 810 mm (canna più lunga - tumbu)
					
							materiali
						
							canna
					
							acquisizione
						
							Pulzatto, Vilma (2023/05/08)
					
							settore
						Strumenti Musicali
					
							classificazione
						
							Aerofoni ad ancia semplice (422.22)
					
							bibliografia
						
							Leydi R., Launeddas, Grove Music Online, ad vocem
									
Guizzi F., Guida alla musica popolare in Italia. 3.gli strumenti, Lucca, Libreria Musicale Italiana (LIM), 2002
					Guizzi F., Guida alla musica popolare in Italia. 3.gli strumenti, Lucca, Libreria Musicale Italiana (LIM), 2002
							tipologia
						launeddas
					
							scheda ICCD
						SM