lastre fotografiche
1878
							inventario
						IGB-2063-3
					
							collocazione
						deposito
							
							descrizione
						
							Sei lastre portanegativi formato 18 x 24 cm in ottone, apribili, con le pareti interne in metallo scuro e manici in ottone. All'esterno, entrambe le pareti della lastra sono contrassegnate da un numero progressivo inciso sul metallo (1-2, 3-4, 5-6, 7-8, 9-10, 11-12). Il lato caratterizzato dal numero pari presenta due aperture a scorrimento sulla cornice laterale esterna e, all'estremità esterna sinistra, una coppia di gancetti di chiusura. L'interno presenta un'anta apribile in larghezza, fissata con due piccole cerniere sul lato verticale.
								
Con l'introduzione del collodio (tecnica messa a punto da Frederich Scott Archer nel 1850) ci fu una vera e propria rivoluzione nel campo fotografico. Questa tecnica, che ha permesso di produrre il primo genere di istantanee, univa i pregi della dagherrotipia e della calotipia, eliminandone i difetti. Come la calotipia permetteva la riproduzione seriale della matrice; nello stesso tempo, grazie alla trasparenza del supporto vitreo del negativo, garantiva la nitidezza di particolari caratteristica della dagherrotipia. Il collodio era una sostanza viscosa di nitrocellulosa disciolta in alcool ed etere. La lastra era ricoperta di collodio e sensibilizzata in una soluzione d'argento e veniva immediatamente sviluppata con solfato di ferro o acido pirogallico, prima che il collodio cominciasse ad asciugarsi. Infine veniva fissata con cianuro di potassio o iposolfito di sodio. Le lastre dovevano essere esposte e sviluppate subito dopo la loro preparazione, ancora umide, altrimenti perdevano la sensibilità. Il procedimento al collodio umido fu sostituito da quello al collodio secco. Il procedimento che più di ogni altro è tradizionalmente legato all'introduzione delle lastre al collodio secco è quello messo a punto dal professore di fisica francese Jean Marie Taupenot(1822-1856)
Le lastre fanno parte dell'apparato utilizzato da Pio Paganini per il progetto di rilevamento generale del territorio dello Stato e della formazione della nuova Carta Topografica d'Italia affidato all'Istituto Topografico Militare (in seguito Istituto Geografico Militare). In particolare per i rilievi delle cave di Colonnata.
Le lastre, assieme alla borsa porta-lastre, vennero donate dall'IGM al CNR in occasione dell'Esposizione Universale di Chicago del 1933, "A Century of Progress", che intendeva celebrare il progresso scientifico e tecnologico.
					Con l'introduzione del collodio (tecnica messa a punto da Frederich Scott Archer nel 1850) ci fu una vera e propria rivoluzione nel campo fotografico. Questa tecnica, che ha permesso di produrre il primo genere di istantanee, univa i pregi della dagherrotipia e della calotipia, eliminandone i difetti. Come la calotipia permetteva la riproduzione seriale della matrice; nello stesso tempo, grazie alla trasparenza del supporto vitreo del negativo, garantiva la nitidezza di particolari caratteristica della dagherrotipia. Il collodio era una sostanza viscosa di nitrocellulosa disciolta in alcool ed etere. La lastra era ricoperta di collodio e sensibilizzata in una soluzione d'argento e veniva immediatamente sviluppata con solfato di ferro o acido pirogallico, prima che il collodio cominciasse ad asciugarsi. Infine veniva fissata con cianuro di potassio o iposolfito di sodio. Le lastre dovevano essere esposte e sviluppate subito dopo la loro preparazione, ancora umide, altrimenti perdevano la sensibilità. Il procedimento al collodio umido fu sostituito da quello al collodio secco. Il procedimento che più di ogni altro è tradizionalmente legato all'introduzione delle lastre al collodio secco è quello messo a punto dal professore di fisica francese Jean Marie Taupenot(1822-1856)
Le lastre fanno parte dell'apparato utilizzato da Pio Paganini per il progetto di rilevamento generale del territorio dello Stato e della formazione della nuova Carta Topografica d'Italia affidato all'Istituto Topografico Militare (in seguito Istituto Geografico Militare). In particolare per i rilievi delle cave di Colonnata.
Le lastre, assieme alla borsa porta-lastre, vennero donate dall'IGM al CNR in occasione dell'Esposizione Universale di Chicago del 1933, "A Century of Progress", che intendeva celebrare il progresso scientifico e tecnologico.
							definizione
						lastre fotografiche
					
							misure
						
							altezza: 1,2 cm; larghezza: 16,8 cm; lunghezza: 24,9 cm
					
							materiali
						
							ottone; metallo zincato; bronzo; legno
					
							acquisizione
						
							Consiglio Nazionale delle Ricerche (1955)
					
							settore
						Strumentazione tecnico scientifica
					
							bibliografia
						
							Paganini, Pio, 1901
									
Istituto Geografico Militare, Archivio Fotografico Storico I.G.M., Firenze
					Istituto Geografico Militare, Archivio Fotografico Storico I.G.M., Firenze
							tipologia
						lastre fotografiche
					
							scheda ICCD
						PST