Ericofon


1958 ca.

inventario
IGB-8275
autori
F.A.T.M.E. (costruttore) ; Lysell, Ralph (designer) ; Gösta Thames, Has (designer) ; Blomberg, Hugo (designer)
collocazione
deposito
descrizione
Questo telefono da tavolo è costituito da una monoscocca in plastica stampata color avorio che comprende microfono e ricevitore. Il disco combinatore, in plastica nera, è sistemato sotto alla base di appoggio. Il pulsante, in plastica rossa, che funge da interruttore di linea, è posto al centro del disco commutatore. Quando il telefono è appoggiato al tavolo l'interruttore è aperto (telefono a riposo), quando invece lo si solleva l'interruttore è chiuso (telefono in servizio).

Dopo i modelli standardizzati prodotti alla fine degli anni '50 e all'inizio degli anni '60, i telefoni cominciarono a modificarsi nella forma. Il telefono rimaneva pressoché immutato dal punto di vista tecnico e la misura della distanza bocca-orecchio dell'uomo limitava fortemente le possibilità di modificarne l'aspetto, ma i designer cercarono comunque di trasformare la forma canonica degli apparecchi telefonici (pur rispettandone l'ergonomicità).
Ericofon deve la sua forma e la sua struttura compatta al suo originario target di riferimento: gli ospedali. Utilizzare un telefono da tavolo dal letto di un ospedale era scomodo, da qui l'idea di incorporare i due elementi in un'unica forma compatta e di facile utilizzo. Ericofon, trasformò radicalmente quella che era stata fino ad allora la forma canonizzata dalla tradizione. I designer dell'Ericofon (Ralph Lysell, Thames Has Gösta, Hugo Blomberg) impiegarono più dieci anni per realizzare questo modello chiamato anche "Cobra": il problema era far stare tutti i componenti del telefono in così poco spazio e avere comunque un telefono che fosse possibile tenere in mano e muovere agevolmente. I nuovi materiali nati dopo la Seconda Guerra Mondiale (plastica e materiali ferromagnetici) resero possibile la costruzione di componenti di dimensioni più piccole rispetto al passato e la realizzazione della scocca in plastica della forma voluta. Dal primo prototipo del 1941 si arrivò al modello definitivo nel 1958, realizzato in 25 diversi colori. Tra la fine degli anni Sessanta, e soprattutto negli anni Settanta, si diffuse l'abitudine di avere più spine telefoniche all'interno dello stesso appartamento. Era un'opportunità di caratterizzare in modo diverso gli ambienti a partire dai servizi richiesti: in salotto la filodiffusione, in camera da letto, sul comodino, il telefono per il servizio sveglia, e così via; in realtà anche se non si era ancora affermata l'idea del telefono come strumento "individuale" e "personale" di comunicazione, cosa che sarebbe avvenuta solamente con la diffusione dei cellulari negli anni Novanta, ci si stava avviando verso un uso del telefono che prevedeva una maggiore privacy per tutti i componenti della famiglia. L'offerta dei telefoni addizionali era allora una novità assoluta e i modelli erano commissionati ai progettisti di maggior fama come nel caso del telefono "Ericofon".
definizione
telefono automatico a batteria centrale (BCA)
misure
altezza: 22 cm ca.; diametro: 10 cm ca.
materiali
plastica di Acrilonitrile-Butadiene-Stirene (ABS) (pressofusione); metallo; carbone
acquisizione
Soc. FATME (1971)
settore
Telecomunicazioni
bibliografia
Telecomunicazioni voce, Telecomunicazioni: la voce : Mostra storica, a cura di Soresini, F., Milano, Smau-Comufficio, 1988

Soresini F., Telefoni : Telephone Sets, Milano, BE-MA Editrice, 1995

Antonelli P., Objects of design from the Museum of modern art / Paola Antonelli, New York, The museum of modern art, 2003

Rose R., Ericofon.com, Rose Richard, 2008

Telecom Italia, Pubblicità e design, in Un telefono in ogni stanza: il design e la filodiffusione, Telecom Italia, 2008
tipologia
telefono
scheda ICCD
PST