Modelli Phywe 6959 e 6960
1960 ca. - 1970 ca.
inventario
IGB-11828
autori
PHYWE AG
(costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Questo apparato è costituito da due parti: un tubo a raggio filiforme e due bobine di Helmoltz per la produzione di un campo magnetico omogeneo.
I tubo è costituito da una sfera di vetro nel cui interno è sistemato il cannone elettronico ed è riempito di gas raro a bassa pressione.
I due raccordi coassiali di vetro del tubo sono ricoperti da cappucci protettivi in plastica e servono per inserire il tubo stesso nella coppia di bobine.
Su uno dei due cappucci è riportato lo schema elettrico con le varie indicazioni relative al funzionamento e le boccole per i collegamenti elettrici. Sulla'ltro cappuccio una targhetta in metallo riposta il nome dell'azienda costruttrice e il modello dello strumento.
Un dispositivo di misura munito di tacche fosforescenti all'interno del tubo, permette di stabilire il raggio del cerchio luminoso indipendentemente dall'errore di parallasse.
Le bobine di Helmoltz sono costituite da due singole bobine ognuna di 154 spire, avvolte su due anelli di raggio 20cm e posti parallelamente, alla distanza di 20cm. Ciascuna bobina è montata su una basetta con boccole di collegamento. La parte inferiore delle basette è rivestita in feltro. Il collegamento coassiale delle due bobine è garantito da tre rotaie due delle quali servono anche a sorreggere il tubo a fascio filiforme.
Questo dispositivo faceva parte del materiale fornito dalle case costruttrici per la "Mostra di Materiale Scientifico Didattico per l'Insegnamento della Fisica" e successivamente venne usato nel "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una Mostra Permanente di Materiale Scientifico-Didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
La Mostra, realizzata nel 1965, raccolse molte apparecchiature presentate dalle case costruttrici di materiale didattico allora presenti sul mercato: Alfa Tecnica, Didattica Amatori, S.A.E.L., Brizio Basi, Esso Standard Italiana, Forniture Scolastiche, Leybold-Chima, Officine Galileo, Phywe Italiana, G.B. Pravia & C., Philips, Polaroid, S.E.C.I.,, S.I.A.S., Silvestar, U.N.A.
La partecipazione da parte delle aziende era gratuita ma il Museo si riservava di scegliere fra il materiale presentato quello ritenuto più conveniente ed efficace per la scuola.
Il materiale venne presentato allestito su tavoli con esperimenti già pronti e realizzabili dai docenti o dai tecnici del Museo.
I tubo è costituito da una sfera di vetro nel cui interno è sistemato il cannone elettronico ed è riempito di gas raro a bassa pressione.
I due raccordi coassiali di vetro del tubo sono ricoperti da cappucci protettivi in plastica e servono per inserire il tubo stesso nella coppia di bobine.
Su uno dei due cappucci è riportato lo schema elettrico con le varie indicazioni relative al funzionamento e le boccole per i collegamenti elettrici. Sulla'ltro cappuccio una targhetta in metallo riposta il nome dell'azienda costruttrice e il modello dello strumento.
Un dispositivo di misura munito di tacche fosforescenti all'interno del tubo, permette di stabilire il raggio del cerchio luminoso indipendentemente dall'errore di parallasse.
Le bobine di Helmoltz sono costituite da due singole bobine ognuna di 154 spire, avvolte su due anelli di raggio 20cm e posti parallelamente, alla distanza di 20cm. Ciascuna bobina è montata su una basetta con boccole di collegamento. La parte inferiore delle basette è rivestita in feltro. Il collegamento coassiale delle due bobine è garantito da tre rotaie due delle quali servono anche a sorreggere il tubo a fascio filiforme.
Questo dispositivo faceva parte del materiale fornito dalle case costruttrici per la "Mostra di Materiale Scientifico Didattico per l'Insegnamento della Fisica" e successivamente venne usato nel "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una Mostra Permanente di Materiale Scientifico-Didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
La Mostra, realizzata nel 1965, raccolse molte apparecchiature presentate dalle case costruttrici di materiale didattico allora presenti sul mercato: Alfa Tecnica, Didattica Amatori, S.A.E.L., Brizio Basi, Esso Standard Italiana, Forniture Scolastiche, Leybold-Chima, Officine Galileo, Phywe Italiana, G.B. Pravia & C., Philips, Polaroid, S.E.C.I.,, S.I.A.S., Silvestar, U.N.A.
La partecipazione da parte delle aziende era gratuita ma il Museo si riservava di scegliere fra il materiale presentato quello ritenuto più conveniente ed efficace per la scuola.
Il materiale venne presentato allestito su tavoli con esperimenti già pronti e realizzabili dai docenti o dai tecnici del Museo.
definizione
tubo elettronico a fascio filiforme con bobine di Helmoltz
misure
altezza: 45 cm ca.; larghezza: 48 cm ca.; lunghezza: 28,5 cm ca.
materiali
vetro; metallo; materiale plastico; rame; feltro
iscrizioni
06959.00
Nr. 2874 (documentaria)
settore
Strumentazione tecnico scientifica
bibliografia
Apparecchi insegnamento, Apparecchi per l'insegnamento della Fisica : Catalogo P 503, a cura di Phywe Italiana S.p.A., Torino, G.B. Paravia S.p.A., 1964
Mostra permanente, Mostra permanente del materiale scientifico didattico per l'insegnamento della Fisica : catalogo - guida, Milano, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, 1965
Mostra permanente, Mostra permanente del materiale scientifico didattico per l'insegnamento della Fisica : catalogo - guida, Milano, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, 1965
tipologia
tubo elettronico
scheda ICCD
PST