Phywe 9060
1973 ca.
inventario
IGB-11022
autori
PHYWE AG
(progettista/ costruttore)
; EMW Groschopp
(progettista/ costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Questo dispositivo didattico è costituito da una camera con le due facce orizzontali mobili e quelle anteriore e posteriore in vetro (per permettere la proiezione). Sulla lastra anteriore è presente una scala altimetrica lunga 18cm con indicazioni ogni millimetro.
La lastra di base della camera è collegata con un motore elettrico con eccentrico che la pone in vibrazione.
Superiormente la camera è chiusa da una piastra mobile che serve da coperchio e che può essere fissata con una vite di pressione in diverse posizioni (corrispondenti a diversi volumi del gas). All'albero di guida della piastra mobile si può applicare un dinamometro.
Una delle pareti strette della camera è dotata di un dispositivo per introdurre le sfere che fungono da molecole-modello (non presenti). Sull'altra parete sono presenti due aperture circolari che possono essere chiuse con una paratia.
L'apparecchio è montato su un'asta cava inserita su un sostegno metallico.
A questo apparecchio, in corrispondenza delle aperture circolari, può essere fissato un captatore a settore con colonnine di registrazione oppure una piastra con settore ad anelli.
Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
La lastra di base della camera è collegata con un motore elettrico con eccentrico che la pone in vibrazione.
Superiormente la camera è chiusa da una piastra mobile che serve da coperchio e che può essere fissata con una vite di pressione in diverse posizioni (corrispondenti a diversi volumi del gas). All'albero di guida della piastra mobile si può applicare un dinamometro.
Una delle pareti strette della camera è dotata di un dispositivo per introdurre le sfere che fungono da molecole-modello (non presenti). Sull'altra parete sono presenti due aperture circolari che possono essere chiuse con una paratia.
L'apparecchio è montato su un'asta cava inserita su un sostegno metallico.
A questo apparecchio, in corrispondenza delle aperture circolari, può essere fissato un captatore a settore con colonnine di registrazione oppure una piastra con settore ad anelli.
Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
definizione
dispositivo per lo studio della teoria cinetica dei gas secondo Auer
misure
altezza: 50 cm ca.; larghezza: 40 cm ca.; lunghezza: 56 cm ca.
materiali
metallo; materiale plastico
acquisizione
G. B. Paravia (1973)
iscrizioni
E Mat. FM 70-20
Nr. 2432845
6000 U/min 50Hz
220V 0,38A 20W
1108 1 (commerciale/ documentaria)
PHYWE 9060.93 (commerciale/ documentaria)
PHYWE 9060.93 (commerciale/ documentaria)
settore
Strumentazione tecnico scientifica
bibliografia
Apparecchi insegnamento, Apparecchi per l'insegnamento della Fisica : Catalogo P 503, a cura di Phywe Italiana S.p.A., Torino, G.B. Paravia S.p.A., 1964
tipologia
dispositivo per lo studio della teoria cinetica dei gas
scheda ICCD
PST