sezioni dei cannocchiali panfocale e anallattico di Ignazio Porro
1925 post - 1933 ante
inventario
IGB-2068
autori
Porro, Ignazio
(inventore)
collocazione
deposito
descrizione
Copie sezionate di cannocchiali panfocale e anallattico di Ignazio Porro su base di legno
Il topografo Ignazio Porro si occupò di importanti rilievi topografici e svolse un'intensa attività di costruttore di strumenti di misurazione.
Nel 1850 costruì un cannochiale contenente una lente anallattica convergente. Tale lente permetteva la formazione della prima immagine dell'oggetto, posto ad una qualsiasi distanza, sul piano del reticolo e che il primo fuoco cadesse prima dell'obiettivo in modo tale che i prolungamenti dei raggi emergenti si incontrassero sul centro strumentale. Il punto anallattico, ovvero il vertice dell'angolo panallattico (l'ampiezza angolare dello spazio conico o "campo" sotto il quale viene collimato il segnale di mira), coincide con il centro strumentale e cade sulla verticale. In questo modo si annullò la costante additiva strumentale, semplificando la relazione di Reichenbach a D=KS. Quattro anni dopo, nel 1854, sviluppò il primo cannocchiale a lunghezza costante, chiamato cannocchiale panfocale per via della lente convergente di messa a fuoco mobile [dal greco pàn (tutto) e foco (fuoco)]. Questo tipo di cannocchiale era usato per la misura delle basi geodetiche, tra cui anche quella sua Via Appia nel 1854-55 ad opera di Angelo Secchi.
Questi cannocchiali sono i precursori dell'attuale cannocchiale praticamente anallattico di Wild, costruito per la prima volta nel 1909.
Le due sezioni furono fatte realizzare dal CNR in occasione dell'Esposizione Universale di Chicago del 1933, "A Century of Progress", che intendeva celebrare il progresso scientifico e tecnologico.
Il topografo Ignazio Porro si occupò di importanti rilievi topografici e svolse un'intensa attività di costruttore di strumenti di misurazione.
Nel 1850 costruì un cannochiale contenente una lente anallattica convergente. Tale lente permetteva la formazione della prima immagine dell'oggetto, posto ad una qualsiasi distanza, sul piano del reticolo e che il primo fuoco cadesse prima dell'obiettivo in modo tale che i prolungamenti dei raggi emergenti si incontrassero sul centro strumentale. Il punto anallattico, ovvero il vertice dell'angolo panallattico (l'ampiezza angolare dello spazio conico o "campo" sotto il quale viene collimato il segnale di mira), coincide con il centro strumentale e cade sulla verticale. In questo modo si annullò la costante additiva strumentale, semplificando la relazione di Reichenbach a D=KS. Quattro anni dopo, nel 1854, sviluppò il primo cannocchiale a lunghezza costante, chiamato cannocchiale panfocale per via della lente convergente di messa a fuoco mobile [dal greco pàn (tutto) e foco (fuoco)]. Questo tipo di cannocchiale era usato per la misura delle basi geodetiche, tra cui anche quella sua Via Appia nel 1854-55 ad opera di Angelo Secchi.
Questi cannocchiali sono i precursori dell'attuale cannocchiale praticamente anallattico di Wild, costruito per la prima volta nel 1909.
Le due sezioni furono fatte realizzare dal CNR in occasione dell'Esposizione Universale di Chicago del 1933, "A Century of Progress", che intendeva celebrare il progresso scientifico e tecnologico.
definizione
sezioni dei cannocchiali panfocale e anallattico di Ignazio Porro
misure
altezza: 4,5 cm; larghezza: 38 cm; profondità: 24 cm
materiali
Legno; polimero; vetro; metallo
acquisizione
C.N.R. - Consiglio Nazionale delle Ricerche (1953)
iscrizioni
CANNOCCHIALE PANFOLCALE
DI IGNAZIO PORRO -1825- (descrittiva)
CANNOCCHIALE ANALLATTICO DI IGNAZIO PORRO -1825- (descrittiva)
CANNOCCHIALE ANALLATTICO DI IGNAZIO PORRO -1825- (descrittiva)
settore
Strumentazione tecnico scientifica
tipologia
sezioni dei cannocchiali
scheda ICCD
PST