Modello Leybold 531 86


1960 ca. - 1975 ca.

inventario
IGB-11239
autori
collocazione
deposito
descrizione
Lo strumento ha forma essenzialmente parallelepipeda e poggia su quattropiedini in gomma.
La parte frontale superiore è occupata dal quadrante di misura costituito da una lancetta indicatrice, imperniata nella parte inferiore dello strumento, che indica valori su una doppia scala graduata semicircolare.
La parte superiore della scala ha tacche e numeri in nero e consente la lettura di valori compresi tra 3 a sinistra di zero e 10 a destra di zero, con tacche ogni 0,1 unità e indicazioni numeriche ogni 2 unità. La parte inferiore della scala ha tacche di colore rosso e permette letture tra 1 a sinistra di zero e 3 e destra di zero, con tacche ogni 0,1 unità e indicazioni numeriche ogni unità. Il punto zero delle scale è in posizione centro-sinistra.
I 32 campi di misura possibili per intensità di corrente e tensioni applicate, sono selezionabili con un commutatore posto nel centro del pannello frontale. Il campo selezionato risulta ben visibile in una finestrella posta appena sopra.
La lettura delle misure viene effettuata sulla scala graduata lineare rossa per correnti con fondo scala 6-0,3-0,03-0,003 A e tensioni di 600-300-30-3 V, sulla scala graduata nera per correnti con fondo scala di 1-0,1-0,01-0,001 A e tensioni di 100 e 10 V. La posizione dell'indice può essere effettuata da entrambi i lati dello strumento, facilitando così l'attività didattica.
Nella parte bassa del pannello frontale, inclinato rispetto alla verticale, sono inserite due coppie di boccole da 4mm per misure di correnti e tensioni continue e per misure di correnti e tensioni alternate, oltre ad un commutatore del tipo di corrente. Altre due boccole da 4mm permettono l'entrata diretta al meccanismo di misura.
Sul retro dello strumento, nella parte inferiore, è visibile parte del meccanismo di funzionamento interno, attraverso una finestrella trasparente.
Sotto tale finestrella è presente un'etichetta riportante il nome della ditta costruttrice ed il numero di modello dello strumento.

Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
definizione
strumento di misura a bobina mobile da dimostrazione
misure
altezza: 31 cm ca.; larghezza: 17 cm ca.; lunghezza: 29 cm ca.
materiali
materiale sintetico; metallo; gomma
iscrizioni
531 86 MADE IN GERMANY (documentaria)
GOSSEN (documentaria)
settore
Strumentazione tecnico scientifica
bibliografia
Fisica apparecchi, Fisica : apparecchi di fisica per l'insegnamento : Leybold PH 58 I-2, Milano, Leybold - Heraeus S.p.A., 1968
tipologia
strumento di misura
scheda ICCD
PST