apparecchio a quattro bulbi per la differente dilatabilità dei liquidi
1955 ca.
inventario
IGB-4713
autori
Officine Galileo
(costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Questo apparecchio è costituito da una vaschetta rettangolare in metallo sorretta da quattro aste in metallo.
Nella vaschetta è inserito un telaio trapezoidale in metallo che serve a sostenere in posizione verticale quattro tubicini in vetro che terminano ciascuno con un bulbo.
Quando il telaio viene appoggiato sulla vaschetta i bulbi restano all'interno di quest'ultima. All'interno dei bulbi sono contenute diverse sostanze: petrolio, acquaragia, mercurio (la quarta sostanza non è indicata).
A ciascun tubicino in vetro è fissata una scala graduata in carta che permette misure da 0 a 10cm, con tacche ogni 0,1 e indicazioni numeriche ogni unità.
Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
Nella vaschetta è inserito un telaio trapezoidale in metallo che serve a sostenere in posizione verticale quattro tubicini in vetro che terminano ciascuno con un bulbo.
Quando il telaio viene appoggiato sulla vaschetta i bulbi restano all'interno di quest'ultima. All'interno dei bulbi sono contenute diverse sostanze: petrolio, acquaragia, mercurio (la quarta sostanza non è indicata).
A ciascun tubicino in vetro è fissata una scala graduata in carta che permette misure da 0 a 10cm, con tacche ogni 0,1 e indicazioni numeriche ogni unità.
Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
definizione
apparecchio a quattro bulbi per la differente dilatabilità dei liquidi
misure
altezza: 43 cm ca.; larghezza: 18 cm ca.; lunghezza: 20,5 cm ca.
materiali
metallo; vetro; carta; mercurio; acquaragia; petrolio
acquisizione
Officine Galileo Galilei (1955)
iscrizioni
Petrolio (documentaria)
Acquaragia (documentaria)
MUSEO SCIENZA 4713 MILANO (documentaria)
Acquaragia (documentaria)
MUSEO SCIENZA 4713 MILANO (documentaria)
settore
Strumentazione tecnico scientifica
bibliografia
Apparecchi Fisica, Apparecchi di Fisica : Paravia, Torino, Paravia, 1962
Apparecchi Insegnamento, Apparecchi per l'Insegnamento della Fisica : Meccanica Termologia Cosmografia, a cura di Magini R., Milano, Officine Galileo, 1960?
Apparecchi Insegnamento, Apparecchi per l'Insegnamento della Fisica : Meccanica Termologia Cosmografia, a cura di Magini R., Milano, Officine Galileo, 1960?
tipologia
apparecchio a quattro bulbi
scheda ICCD
PST