Modello Phywe 7532
1959 - 1970
inventario
IGB-11822
autori
PHYWE AG
(progettista/ costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Lo strumento ha forma parallelepipeda, ed è racchiuso in una custodia metallica che poggia su quattro piedini in gomma ed è trasportabile mediante una maniglia in metallo estraibile, fissata superiormente.
Il pannello frontale è interamente occupato dai dispositivi che ne permettono l'utilizzo.
Oltre ad un interruttore per l'accensione con la relativa lampada che ne indica il funzionamento ed a tre fusibili estraibili con facilità, troviamo le boccole per i collegamenti elettrici e due commutatori per la regolazione delle tensioni. Le uscite, galvanicamente separate dalla rete, sono: due in parallelo per tensioni continue da 250V e due per tensioni continue da 500V (entrambe con 100mA), tre uscite regolabili con continuità per tensioni continue da 0 a 50V (con 10mA) oppure 500V inseribili a scelta mediante un interruttore, per tensioni continue da 0 a 250V (con 50mA) (in realtà sono prelevabili separatamente o in serie, mediante una spina di corto circuito in dotazione, tensioni continue da 0 a 50V oppure da 0 a 250V), per tensioni continue da 270 a 500V (con 50mA). Altre quattro coppie di boccole in uscita in parallelo permettono prelievi di correnti alternate a basse tensioni: 4V (1A), 6,3V (5A), 12,6V (0,5A).
Lateralmente sono presenti dei fori per l'aerazione e dal retro fuoriesce il cavo di collegamento alla rete di alimentazione con spina di sicurezza.
Sul retro è applicata una targhetta metallica riportante il nome dell'azienda costruttrice ed alcuni dati dello strumento.
Questo dispositivo faceva parte del materiale fornito dalle case costruttrici per la "Mostra di Materiale Scientifico Didattico per l'Insegnamento della Fisica" e successivamente venne usato nel "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una Mostra Permanente di Materiale Scientifico-Didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
La Mostra, realizzata nel 1965, raccolse molte apparecchiature presentate dalle case costruttrici di materiale didattico allora presenti sul mercato: Alfa Tecnica, Didattica Amatori, S.A.E.L., Brizio Basi, Esso Standard Italiana, Forniture Scolastiche, Leybold-Chima, Officine Galileo, Phywe Italiana, G.B. Pravia & C., Philips, Polaroid, S.E.C.I.,, S.I.A.S., Silvestar, U.N.A.
La partecipazione da parte delle aziende era gratuita ma il Museo si riservava di scegliere fra il materiale presentato quello ritenuto più conveniente ed efficace per la scuola.
Il materiale venne presentato allestito su tavoli con esperimenti già pronti e realizzabili dai docenti o dai tecnici del Museo.
Il pannello frontale è interamente occupato dai dispositivi che ne permettono l'utilizzo.
Oltre ad un interruttore per l'accensione con la relativa lampada che ne indica il funzionamento ed a tre fusibili estraibili con facilità, troviamo le boccole per i collegamenti elettrici e due commutatori per la regolazione delle tensioni. Le uscite, galvanicamente separate dalla rete, sono: due in parallelo per tensioni continue da 250V e due per tensioni continue da 500V (entrambe con 100mA), tre uscite regolabili con continuità per tensioni continue da 0 a 50V (con 10mA) oppure 500V inseribili a scelta mediante un interruttore, per tensioni continue da 0 a 250V (con 50mA) (in realtà sono prelevabili separatamente o in serie, mediante una spina di corto circuito in dotazione, tensioni continue da 0 a 50V oppure da 0 a 250V), per tensioni continue da 270 a 500V (con 50mA). Altre quattro coppie di boccole in uscita in parallelo permettono prelievi di correnti alternate a basse tensioni: 4V (1A), 6,3V (5A), 12,6V (0,5A).
Lateralmente sono presenti dei fori per l'aerazione e dal retro fuoriesce il cavo di collegamento alla rete di alimentazione con spina di sicurezza.
Sul retro è applicata una targhetta metallica riportante il nome dell'azienda costruttrice ed alcuni dati dello strumento.
Questo dispositivo faceva parte del materiale fornito dalle case costruttrici per la "Mostra di Materiale Scientifico Didattico per l'Insegnamento della Fisica" e successivamente venne usato nel "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una Mostra Permanente di Materiale Scientifico-Didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
La Mostra, realizzata nel 1965, raccolse molte apparecchiature presentate dalle case costruttrici di materiale didattico allora presenti sul mercato: Alfa Tecnica, Didattica Amatori, S.A.E.L., Brizio Basi, Esso Standard Italiana, Forniture Scolastiche, Leybold-Chima, Officine Galileo, Phywe Italiana, G.B. Pravia & C., Philips, Polaroid, S.E.C.I.,, S.I.A.S., Silvestar, U.N.A.
La partecipazione da parte delle aziende era gratuita ma il Museo si riservava di scegliere fra il materiale presentato quello ritenuto più conveniente ed efficace per la scuola.
Il materiale venne presentato allestito su tavoli con esperimenti già pronti e realizzabili dai docenti o dai tecnici del Museo.
definizione
alimentatore universale
misure
altezza: 21 cm ca.; larghezza: 27 cm ca.; lunghezza: 20 cm ca.
materiali
metallo; plastica; gomma
acquisizione
Phywe Italiana S.p.A.
iscrizioni
7532 (documentaria)
7532.90.93 Nr. 7564 110/220V ~ 50Hz (documentaria)
Gerat ist eingetellt auf 220V~ Sich.-Stromst. ... A (documentaria)
7532.90.93 Nr. 7564 110/220V ~ 50Hz (documentaria)
Gerat ist eingetellt auf 220V~ Sich.-Stromst. ... A (documentaria)
settore
Strumentazione tecnico scientifica
bibliografia
Apparecchi insegnamento, Apparecchi per l'insegnamento della Fisica : Catalogo P 503, a cura di Phywe Italiana S.p.A., Torino, G.B. Paravia S.p.A., 1964
Mostra permanente, Mostra permanente del materiale scientifico didattico per l'insegnamento della Fisica : catalogo - guida, Milano, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, 1965
Mostra permanente, Mostra permanente del materiale scientifico didattico per l'insegnamento della Fisica : catalogo - guida, Milano, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, 1965
tipologia
alimentatore
scheda ICCD
PST