tester 20k
1977 ca.
inventario
IGB-11233
autori
Miselco s.n.c.
(costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Ciascuno di questi tester è dotato di un astuccio in plastica nera che contiene lo strumento di misura, una coppia di puntali (mancante in due casi) e un manuale di istruzioni per l'uso (mancante in due casi). Ciascun tester è di forma parallelepipeda e presenta, sulla faccia superiore, il quadrante con le scale di lettura delle misure, un commutatore rotante per la selezione della portata richiesta, un deviatore a slitta per la selezione della tipologia del segnale.
Sono presenti cinque scale di lettura. Una scala non lineare, di colore nero, per le misure di resistenza (da 0 a 10 KOhm); una scala, di colore nero, per misure di corrente continua, tensione continua e alternata (con scala graduata da 0 a 100 per le correnti e da 0 a 30 per le tensioni, che permette misure diverse a seconda della portata stabilita) e per misure di uscita in V BF (da 10 a 1000); una scala di colore rosso per misure di corrente alternata (fino ad 1A); una scala rossa e nera che permette misure di tensione in uscita in dB (lato in rosso, da -10 a +21) e misure di capacità (lato in nero, da 0,1 a 10µF).
Il commutatore rotante permette di selezionare la portata: da 100mV a 1000V, da 50µA a 10A, da 10µF a 10.000µF (posizionandolo rispettivamente su x1Ohm, x1KOhm).
Il deviatore presenta tre posizioni possibili: misure di grandezze continue (=), misure di grandezze alternate (~), misure di resistenze e capacità (Ohm).
Lateralmente è inserita una rotella per il posizionamento a zero dell'indice dello strumento.
Superiormente sono posizionate le boccole per i collegamenti dei puntali: una per la messa a terra, una per le misure con portata 10A, l'altra per i collegamenti nelle altre combinazioni possibili (altre portate, misure di uscita e di resistenze e capacità).
Per le misure di resistenza è necessario inserire due pile da 1,5V.
Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
Sono presenti cinque scale di lettura. Una scala non lineare, di colore nero, per le misure di resistenza (da 0 a 10 KOhm); una scala, di colore nero, per misure di corrente continua, tensione continua e alternata (con scala graduata da 0 a 100 per le correnti e da 0 a 30 per le tensioni, che permette misure diverse a seconda della portata stabilita) e per misure di uscita in V BF (da 10 a 1000); una scala di colore rosso per misure di corrente alternata (fino ad 1A); una scala rossa e nera che permette misure di tensione in uscita in dB (lato in rosso, da -10 a +21) e misure di capacità (lato in nero, da 0,1 a 10µF).
Il commutatore rotante permette di selezionare la portata: da 100mV a 1000V, da 50µA a 10A, da 10µF a 10.000µF (posizionandolo rispettivamente su x1Ohm, x1KOhm).
Il deviatore presenta tre posizioni possibili: misure di grandezze continue (=), misure di grandezze alternate (~), misure di resistenze e capacità (Ohm).
Lateralmente è inserita una rotella per il posizionamento a zero dell'indice dello strumento.
Superiormente sono posizionate le boccole per i collegamenti dei puntali: una per la messa a terra, una per le misure con portata 10A, l'altra per i collegamenti nelle altre combinazioni possibili (altre portate, misure di uscita e di resistenze e capacità).
Per le misure di resistenza è necessario inserire due pile da 1,5V.
Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
definizione
tester a raddrizzatore
misure
altezza: 5 cm ca.; larghezza: 14 cm ca.; lunghezza: 14 cm ca.; altezza: 4 cm ca.; larghezza: 13 cm ca.; lunghezza: 11 cm ca.; kOhm/V ca.
materiali
plastica; metallo
acquisizione
G.B.C. (1977)
iscrizioni
tester 20k (documentaria)
MADE IN ITALY (documentaria)
MUSEO SCIENZA 3066 MILANO (documentaria)
MADE IN ITALY (documentaria)
MUSEO SCIENZA 3066 MILANO (documentaria)
settore
Strumentazione tecnico scientifica
tipologia
tester
scheda ICCD
PST