Modello Leybold 531 56
1976 ca.
inventario
IGB-11254
autori
E. Leybold's Nachfolger AG
(costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Lo strumento ha forma parallelepipeda e può essere posizionato sia in verticale che in orizzontale, presenta infatti quattro piedini in gomma sia sul fondo (due mancanti) che sul retro. Nella custodia sono incorporate tutte le resistenze in serie e in derivazione proprie dello strumento.
Posizionato in verticale, sulla parete frontale troviamo il quadrante di misura con scala graduata semicircolare con zero centrale che permette misure da -30 a +30 con suddivisioni ogni 0,1 e indicazioni numeriche ogni unità, tramite una lancetta indicatrice imperniata in basso. Di fianco al quadrante si trova un commutatore dei campi di misura che permette misure di correnti continue ed alternate di 0,03/0,3/1,5/6A e misure di tensioni continue ed alternate di 3/6/30/300V. Sulla scala graduata sono anche leggibili i valori per le misure di resistenza (0/500/5000Ohm).
I collegamenti si effettuano, per tutti i campi di misura di correnti e tensioni, tramite due morsetti a boccola posti sotto al commutatore.
Sul fianco dello strumento si trovano tre boccole da 4mm per l'entrata diretta nel meccanismo di misura (deviazione totale 1mA con 0,1V) e per le misure di resistenza.
La scala graduata e la relativa lancetta indicatrice, sono visibili anche sul retro dello strumento, per facilitare l'attività didattica. E' inoltre visibile parte del meccanismo di funzionamento. La scala dello strumento è traforata per permetterne la lettura dal retro o l'eventuale proiezione in penombra.
Sotto allo strumento, uno sportellino apribile permette di accedere al vano dove inserire la batteria necessaria per le misure di resistenza (mancante).
Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
Posizionato in verticale, sulla parete frontale troviamo il quadrante di misura con scala graduata semicircolare con zero centrale che permette misure da -30 a +30 con suddivisioni ogni 0,1 e indicazioni numeriche ogni unità, tramite una lancetta indicatrice imperniata in basso. Di fianco al quadrante si trova un commutatore dei campi di misura che permette misure di correnti continue ed alternate di 0,03/0,3/1,5/6A e misure di tensioni continue ed alternate di 3/6/30/300V. Sulla scala graduata sono anche leggibili i valori per le misure di resistenza (0/500/5000Ohm).
I collegamenti si effettuano, per tutti i campi di misura di correnti e tensioni, tramite due morsetti a boccola posti sotto al commutatore.
Sul fianco dello strumento si trovano tre boccole da 4mm per l'entrata diretta nel meccanismo di misura (deviazione totale 1mA con 0,1V) e per le misure di resistenza.
La scala graduata e la relativa lancetta indicatrice, sono visibili anche sul retro dello strumento, per facilitare l'attività didattica. E' inoltre visibile parte del meccanismo di funzionamento. La scala dello strumento è traforata per permetterne la lettura dal retro o l'eventuale proiezione in penombra.
Sotto allo strumento, uno sportellino apribile permette di accedere al vano dove inserire la batteria necessaria per le misure di resistenza (mancante).
Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.
L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.
Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.
Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.
Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.
I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.
Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.
Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.
I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.
Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.
Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.
Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.
Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
definizione
volt-amperometro a bobina mobile
misure
altezza: 15 cm ca.; larghezza: 9 cm ca.; lunghezza: 24 cm ca.
materiali
plastica; metallo; gomma
acquisizione
Leybold S.p.A. (1976)
iscrizioni
MUSEO SCIENZA
3007
MILANO (documentaria)
settore
Strumentazione tecnico scientifica
bibliografia
Fisica apparecchi, Fisica : apparecchi di fisica per l'insegnamento : Leybold PH 58 I-2, Milano, Leybold - Heraeus S.p.A., 1968
tipologia
volt-amperometro
scheda ICCD
PST