pedalina tipo Boston


1902 ca.

inventario
IGB-9277
autori
D.C. Vianini &C. (costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Macchina per stampa tipografica in ferro con porta forma e porta supporto piani. Il porta forma è fisso mentre il piano di pressione (platina) è oscillante e comandato da una leva con impugnatura posta lateralmente. Nel porta forma si inserisce una cassa contenente i caratteri che formano il testo da stampare (ora mancante), sulla platina si inserisce il foglio su cui si vuole stampare.
Il porta forma è disposto quasi verticalmente e sopra di esso si ha un disco, collocato in posizione obliqua, che ruota azionato dalla stessa leva che muove il porta supporto. Sul disco si stende l'inchiostro da stampa mediante appositi rulli. La leva aziona anche due rulli inchiostratori che prelevano l'inchiostro dal disco e inchiostrano la matrice presente nel porta forma. Organi di trasmissione trasmettono il moto dalla leva agli organi mobili.

Gutenberg si può considerare l'inventore della stampa a caratteri mobili, almeno per quanto riguarda l'Europa, agli inizi del XV secolo. Egli ideò il modo di realizzare i caratteri in lega metallica, le modalità di realizzare le composizioni allineate e spaziate, l'utilizzo del compositoio e delle cassette porta caratteri. Inoltre utilizzò torchi a vite in legno, già utilizzati per altri scopi, per realizzare le stampe. I torchi in legno non subirono nella loro storia molti miglioramenti e rimase il problema della capacità di pressione limitata della vite in legno che non permetteva di effettuare stampe di grandi dimensioni ma al massimo di mezza forma. Questo limite venne superato solo agli inizi del XIX secolo grazie ai primi torchi in ghisa. Il torchio a mano, nonostante i miglioramenti introdotti, si dimostrò comunque uno strumento troppo lento per soddisfare le richieste del mercato dei manifesti, dei volantini, dei giornali, ecc. Si assistette così ad un'industrializzazione della stampa. Mentre la stampa tipografica a livello industriale progrediva con macchine rotative o cilindriche sempre più veloci, anche a livello più artigianale i piccoli tipografi abbandonarono ben presto presse e torchi a mano a favore delle pedaline. Le pedaline erano compatte, economiche e relativamente veloci. Infatti erano manuali solo l'alimentazione e il ritiro dei fogli, il resto era azionato dalla pedalina.
Il sistema di inchiostrazione automatica della forma con disco rotante e rulli inchiostratori è dovuto all'americano George Phineas Gordon che, nel 1856, perfezionò in questo modo il modello di pedalina. In Italia la "Saroglia" produsse numerose pedaline che vennero usate dai tipografi fino agli anni '60 del XX secolo.
La società tedesca "Heidelberg" produsse anche platine con mettifogli automatici ottenuti mediante movimento rotante di una barra che porta due pinze.
Dagli Stati Uniti arrivò anche un modello di pedalina più piccolo denominato torchio da banco o pressa tipografica. Il movimento dei rulli inchiostratori, l'apertura della platina e la pressione erano azionati mediante una leva a mano. Un modello di questi torchi da banco venne prodotto dalla C.M. Zini di Milano col nome di "Celerissima" intorno al 1880 circa.
Queste "macchinette tipografiche", piccole e silenziose, fuorono utilizzate, oltre che in piccole tipografie, in scuole, uffici, ecc., anche dai partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale.
definizione
pressa tipografica da banco, a platina
misure
altezza: 58 cm ca.; larghezza: 141 cm ca.; lunghezza: 66 cm ca.; peso: 60 kg ca.
materiali
ferro; legno
acquisizione
Buonafina, Michele (1997)
settore
Scrittura e Stampa
bibliografia
Gianni E., Conoscere la stampa, Milano, Poligono, 1953

Dalmazzo G., La tipografia, Torino, Libreria Editrice Internazionale, 1914

Macchine stampa, Macchine da stampa, in Storia delle macchine da stampa, Italia
tipologia
pressa tipografica
scheda ICCD
PST