Modello sezionato di torpedine da blocco Elia
1932 - 1933
inventario
IGB-5162
autori
Giovanni, Emanuele Elia
(inventore/ progettista)
collocazione
deposito
descrizione
Modello sezionato di una torpedine da blocco progettata dal conte Giovanni Emanuele Elia. Il modello era destinato ad un uso didattico.
Modello in scala sezionato del Torpedine da Blocco Elia. Copia fatta realizzare dal CNR in occasione dell'Esposizione Universale di Chicago del 1933, "A Century of Progress", che intendeva celebrare il progresso scientifico e tecnologico.
Nel 1800 il termine Torpedine identificava una carica marina subacquea ancorata al fondale attraverso un ancora o un blocco di cemento. Questo tipo di ancoraggio comportava problemi nella scelta del luogo di ancoraggio e lunghi tempi di posa in mare. Nel 1890 il guardiamarina Giovanni Emanuele Elia, conte, progettò un'arma ad ancoramento automatico (brevetto n°28.655 del 27 dicembre 1890). Questo tipo di torpedine, chiamato torpedine da blocco Elia, era caricato con tritolo, esplosivo ad alto potenziale non attaccabile dall'acqua, e veniva fissato al fondale attraverso un carrello di ancoraggio. Fu l'introduzione del carrello di ancoraggio il motivo del successo di questa arma poiché rendeva la posa in mare semplice e veloce. Infatti, oltre a sostenere la mina durante il trasporto, il carrello di ancoraggio, provvisto di quattro piccole ruote simili a quelle dei treni, era facilmente scorrere su dei binari, posti sui ponti delle navi addette alla posature delle mine, fino ad arrivare fuori bordo e cadere in mare. All'interno del carrello vi era un grosso rocchetto metallico, che collegava mina e carrello, e un sistema a pressostato, che permetteva di impostare una lunghezza del cavo e faceva in modo che le mine potessero essere disposte in qualsiasi luogo e anche a profondità diverse. Le torpedini Elia, affiancate dalle mine Bollo, vennero ampliamente usate sia durante la Prima Guerra Mondiale sia durante la Seconda.
Modello in scala sezionato del Torpedine da Blocco Elia. Copia fatta realizzare dal CNR in occasione dell'Esposizione Universale di Chicago del 1933, "A Century of Progress", che intendeva celebrare il progresso scientifico e tecnologico.
Nel 1800 il termine Torpedine identificava una carica marina subacquea ancorata al fondale attraverso un ancora o un blocco di cemento. Questo tipo di ancoraggio comportava problemi nella scelta del luogo di ancoraggio e lunghi tempi di posa in mare. Nel 1890 il guardiamarina Giovanni Emanuele Elia, conte, progettò un'arma ad ancoramento automatico (brevetto n°28.655 del 27 dicembre 1890). Questo tipo di torpedine, chiamato torpedine da blocco Elia, era caricato con tritolo, esplosivo ad alto potenziale non attaccabile dall'acqua, e veniva fissato al fondale attraverso un carrello di ancoraggio. Fu l'introduzione del carrello di ancoraggio il motivo del successo di questa arma poiché rendeva la posa in mare semplice e veloce. Infatti, oltre a sostenere la mina durante il trasporto, il carrello di ancoraggio, provvisto di quattro piccole ruote simili a quelle dei treni, era facilmente scorrere su dei binari, posti sui ponti delle navi addette alla posature delle mine, fino ad arrivare fuori bordo e cadere in mare. All'interno del carrello vi era un grosso rocchetto metallico, che collegava mina e carrello, e un sistema a pressostato, che permetteva di impostare una lunghezza del cavo e faceva in modo che le mine potessero essere disposte in qualsiasi luogo e anche a profondità diverse. Le torpedini Elia, affiancate dalle mine Bollo, vennero ampliamente usate sia durante la Prima Guerra Mondiale sia durante la Seconda.
definizione
modello di mina da blocco tipo Elia
misure
altezza: 78 cm; diametro: 37 cm
materiali
acciaio ferroso
acquisizione
C.N.R. - Consiglio Nazionale delle Ricerche (1956)
settore
Navale
tipologia
modello
scheda ICCD
PST