Busch Bis-Telar Ser. II f:7 N°1 f=200mm
1905 ca. - 1920 ca.
inventario
IGB-6039
autori
Emil Busch AG
(costruttore)
collocazione
deposito
descrizione
Questo obiettivo è costituito da un cilindro in metallo alle cui estremità sono avvitate due lenti montate su telaietti circolari in metallo.
Da una parte il cilindro è filettato per essere inserito a vite sull'apparecchio fotografico, dall'altra per l'inserimento di un paraluce.
All'interno del cilindro è inserito un diaframma a iride, costituito da lamelle in metallo.
La disposizione delle lamelle e quindi l'apertura del diaframma può essere modificata ruotando una ghiera concentrica alla sezione del cilindro.
Frontalmente lungo la circonferenza intorno alla lente sono indicate le aperture: da f5 a f384.
Sin dalla nascita della fotografia (1839) i produttori di lenti ed obiettivi fotografici si trovarono a dover risolvere, per tentativi, numerosi problemi dovuti agli obiettivi utilizzati.
Lo sviluppo degli obiettivi fotografici procedette in maniera lenta rispetto allo sviluppo degli apparecchi fotografici, soprattutto a causa dell'approccio empirico della maggior parte dei costruttori che preferivano procedere per tentativi al posto che progettare sulla base delle leggi dell'ottica delle lenti sviluppate da Gauss, Petzval, von Seidel, ecc.
I primi obiettivi erano costituiti da lenti singole posizionate in modo tale da ottenere le migliori immagini possibili in determinate condizioni.
Ben presto si pose il problema di rendere gli obiettivi acromatici e furono così introdotti i doppietti (doublet) fissi costituiti da due lenti in sequenza.
Il primo obiettivo usato su un apparecchio fotografico, nel 1839, fu l'acromatico per paesaggi (Achromatic Landscape lens) di C. Chevalier, con apertura f/15 (molto lento).
Presto furono prodotti obiettivi più veloci ovvero con aperture maggiori.
Il passo successivo vide il montaggio di due elementi simmetrici identici collocati in posizioni opposte ad un diaframma fisso, per eliminare le distorsioni (1859) (Doublet lens).
Già durante i primi anni dalla nascita della fotografia, molti produttori di obiettivi provarono gli effetti dell'inserimento di un elemento divergente tra una coppia di lenti convergenti.
Il primo esempio fu il Triplet prodotto da A. Ross nel 1841 per Fox Talbot.
Tra il 1866 e il 1890 venivano prodotti quattro tipi di obiettivi: per paesaggi (Landscape lens), per ritratti (Portrait lens), grandangolo (wide-angle Globe lens), e un obiettivo dalle caratteristiche intermedie denominato Rapid Rectilinear.
Fino al 1890 l'astigmatismo rimase un difetto non controllabile.
Quando nel 1885 E. Abbe e O. Schott della Zeiss Company introdussero lenti a bassa dispersione e con basso indice di rifrazione dette Barium Crown glasses fu in breve possibile produrre obiettivi anastigmatici (Anastigmat lens). La nascita di queste lenti portò alla crezione dei famosi obiettivi denominati Unar, Tessar, Dagor, ecc.
Comunque, sino agli anni '30 gli obiettivi Petzval Portrait e Rapid Rectilinear vennero prodotti e largamente utilizzati.
Nel 1890 iniziò anche la produzione di teleobiettivi.
I teleobiettivi propriamente detti sono formati da un gruppo anteriore convergente e da un gruppo posteriore divergente che ha la funzione di ridurne l'ingombro rispetto agli obiettivi di lunga focale formati da un gruppo ottico convergente e con un ingombro pari alla loro lunghezza focale.
Dopo i primi tentativi della Zeiss e della Dallmeyer di costruire teleobiettivi con distanza variabile tra gruppo anteriore e posteriore, che presentavano però numerosi problemi di aberrazioni, nel 1905 Emil Busch costruì il primo teleobiettivo a distanza fissa. Progettato da K. Martin, il primo obiettivo Busch Bis-Telar aveva un'apertura di f/7 e un angolo di semicampo di 15°.
Molte aziende costruttrici seguirono questo esempio.
Molti decenni dopo si tornò a costruire teleobiettivi con distanza variabile tra i due gruppi di lenti, ciascuno corretto per le aberrazioni e con diaframma a iride posizionato vicino al gruppo anteriore.
Negli anni '30 venne dato nuovo impulso alla creazione di nuovi obiettivi soprattutto per proiezione di pellicole 8, 16, 35mm e per apparecchi fotografici per aerofotografia.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale procedette lo sviluppo degli obiettivi per riprese e proiezioni cinematografiche e per apparecchi fotografici.
A partire dagli anni '50 entrarono nel mercato degli obiettivi aziende giapponesi che ben presto presero il posto dei produttori europei grazie ai bassi costi e alta qualità proposti.
Da una parte il cilindro è filettato per essere inserito a vite sull'apparecchio fotografico, dall'altra per l'inserimento di un paraluce.
All'interno del cilindro è inserito un diaframma a iride, costituito da lamelle in metallo.
La disposizione delle lamelle e quindi l'apertura del diaframma può essere modificata ruotando una ghiera concentrica alla sezione del cilindro.
Frontalmente lungo la circonferenza intorno alla lente sono indicate le aperture: da f5 a f384.
Sin dalla nascita della fotografia (1839) i produttori di lenti ed obiettivi fotografici si trovarono a dover risolvere, per tentativi, numerosi problemi dovuti agli obiettivi utilizzati.
Lo sviluppo degli obiettivi fotografici procedette in maniera lenta rispetto allo sviluppo degli apparecchi fotografici, soprattutto a causa dell'approccio empirico della maggior parte dei costruttori che preferivano procedere per tentativi al posto che progettare sulla base delle leggi dell'ottica delle lenti sviluppate da Gauss, Petzval, von Seidel, ecc.
I primi obiettivi erano costituiti da lenti singole posizionate in modo tale da ottenere le migliori immagini possibili in determinate condizioni.
Ben presto si pose il problema di rendere gli obiettivi acromatici e furono così introdotti i doppietti (doublet) fissi costituiti da due lenti in sequenza.
Il primo obiettivo usato su un apparecchio fotografico, nel 1839, fu l'acromatico per paesaggi (Achromatic Landscape lens) di C. Chevalier, con apertura f/15 (molto lento).
Presto furono prodotti obiettivi più veloci ovvero con aperture maggiori.
Il passo successivo vide il montaggio di due elementi simmetrici identici collocati in posizioni opposte ad un diaframma fisso, per eliminare le distorsioni (1859) (Doublet lens).
Già durante i primi anni dalla nascita della fotografia, molti produttori di obiettivi provarono gli effetti dell'inserimento di un elemento divergente tra una coppia di lenti convergenti.
Il primo esempio fu il Triplet prodotto da A. Ross nel 1841 per Fox Talbot.
Tra il 1866 e il 1890 venivano prodotti quattro tipi di obiettivi: per paesaggi (Landscape lens), per ritratti (Portrait lens), grandangolo (wide-angle Globe lens), e un obiettivo dalle caratteristiche intermedie denominato Rapid Rectilinear.
Fino al 1890 l'astigmatismo rimase un difetto non controllabile.
Quando nel 1885 E. Abbe e O. Schott della Zeiss Company introdussero lenti a bassa dispersione e con basso indice di rifrazione dette Barium Crown glasses fu in breve possibile produrre obiettivi anastigmatici (Anastigmat lens). La nascita di queste lenti portò alla crezione dei famosi obiettivi denominati Unar, Tessar, Dagor, ecc.
Comunque, sino agli anni '30 gli obiettivi Petzval Portrait e Rapid Rectilinear vennero prodotti e largamente utilizzati.
Nel 1890 iniziò anche la produzione di teleobiettivi.
I teleobiettivi propriamente detti sono formati da un gruppo anteriore convergente e da un gruppo posteriore divergente che ha la funzione di ridurne l'ingombro rispetto agli obiettivi di lunga focale formati da un gruppo ottico convergente e con un ingombro pari alla loro lunghezza focale.
Dopo i primi tentativi della Zeiss e della Dallmeyer di costruire teleobiettivi con distanza variabile tra gruppo anteriore e posteriore, che presentavano però numerosi problemi di aberrazioni, nel 1905 Emil Busch costruì il primo teleobiettivo a distanza fissa. Progettato da K. Martin, il primo obiettivo Busch Bis-Telar aveva un'apertura di f/7 e un angolo di semicampo di 15°.
Molte aziende costruttrici seguirono questo esempio.
Molti decenni dopo si tornò a costruire teleobiettivi con distanza variabile tra i due gruppi di lenti, ciascuno corretto per le aberrazioni e con diaframma a iride posizionato vicino al gruppo anteriore.
Negli anni '30 venne dato nuovo impulso alla creazione di nuovi obiettivi soprattutto per proiezione di pellicole 8, 16, 35mm e per apparecchi fotografici per aerofotografia.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale procedette lo sviluppo degli obiettivi per riprese e proiezioni cinematografiche e per apparecchi fotografici.
A partire dagli anni '50 entrarono nel mercato degli obiettivi aziende giapponesi che ben presto presero il posto dei produttori europei grazie ai bassi costi e alta qualità proposti.
definizione
teleobiettivo fotografico
misure
diametro: 4,5 cm ca.; lunghezza: 4,5 cm ca.
materiali
metallo; vetro
acquisizione
Publifoto (1962)
iscrizioni
Busch-Bis-Telar Ser. II F:7 N°1 F=200mm D.R.P.a. (documentaria)
MUSEO SCIENZA 6039 MILANO (documentaria)
MUSEO SCIENZA 6039 MILANO (documentaria)
settore
Fotocinematografia
bibliografia
Kingslake, R., A History of photographic Lens, San Diego, California, U.S.A., Academic Press, 1989
tipologia
teleobiettivo fotografico
scheda ICCD
PST