Medaglia ritratto di Aldo Manuzio
1503
inventario
IGB-13996
autori
ambito veneziano
collocazione
M2/ Gallerie Leonardo
descrizione
Medaglia in bronzo commemorante Aldo Manuzio. Sul recto presenta un busto di profilo di Aldo Manuzio. Sul verso presenta la sua marca tipografica, un delfino avvolto attorno a un'ancora.
La medaglia in bronzo è giunta al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci nel 1954, con il lascito del medagliere dello Stabilimento Stefano Johnson di Milano. Il medagliere contiene sia medaglie d'arte prodotte dallo Stabilimento, fondato nel 1836, sia medaglie collezionate dalla famiglia Johnson. Di quest'ultime, però, il lascito non chiarifica la provenienza.
Informazioni sull'iconografia e le iscrizioni di questa medaglia sono desunte dal più recente contributo, condotto da Davide Gasparotto su un'esemplare conservato al conservato al Museo Correr di Venezia (inv. Cl. XXXIX. n.35), in occasione della mostra celebrativa del cinquecentenario della morte del tipografo e umanista Aldo Manuzio, tenutasi nel 2016 alle Gallerie dell'Accademia (D. Gasparotto in Beltramini, Gasparotto 2016, pp. 179-180, fig. 7). L'opera, realizzata da un anonimo medaglista veneziano, presenta sul recto un profilo verso sinistra di Aldo Manuzio, relazionabile a un disegno, verosimilmente lombardo e dei primi del Cinquecento, conservato al Kupferstichkabinett di Berlino (inv. KdZ614). La "R" presente nell'iscrizione lungo il bordo sta per "Romanus", in quanto Aldo Manuzio si definiva cittadino romano (nacque a Bassano Laziale), mentre il nome "Pio" gli fu conferito nel 1503 da uno dei più generosi finanziatori della sua impresa editoriale, Alberto Pio, signore di Carpi a cui Manuzio fece da precettore. Il verso della medaglia reca la celebre impresa del delfino avvitato attorno all'ancora, con il motto, tradotto in greco dal latino, "FESTINA LENTE". Quest'impresa è ricordata per la prima volta da Manuzio nella lettera dedicatoria ad Alberto Pio del 14 ottobre 1499 degli Astronomici veteres, e compare quasi contemporaneamente in una xilografia dell'Hypnerotomachia Poliphili attribuita a Francesco Colonna, edita appunto da Manuzio. Come marca tipografica, verrà usata da Aldo per la prima volta nel giugno del 1502, con l'edizione dei Poetae christiani veteres. Erasmo da Rotterdam racconta della scelta di questo emblema in uno dei suoi Adagia, a commento del motto Festina Lente usato dagli imperatori Augusto e Vespasiano, dove il contrasto fra la stabilità dell'ancora e la velocità del delfino acquista il significato della ricerca di un giusto equilibrio fra opposti nell'arte di governo, fra rapidità nell'azione e fermezza nella decisione. Erasmo ricorda che fu proprio Aldo a mostrargli l'emblema sul rovescio di una moneta in argento dell'imperatore Tito, regalata a Manuzio da Pietro Bembo.
La medaglia è datata al 1515 circa, anno della morte di Manuzio, e considerata quindi emessa a celebrazione della scomparsa del celebre tipografo. Tuttavia, non avendo appigli che confermino l'occasione del suo conio, l'opera va ricondotta al termine post quem del 1503, anno in cui Manuzio ottenne il nome di "Pio" presente nell'iscrizione del recto.
Si segnalano altri esemplari di questa medaglia, oltre a quello del Museo Correr di Venezia, ai Musei Civici di Vicenza, al British Museum, al Victoria and Albert Museum.
La medaglia in bronzo è giunta al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci nel 1954, con il lascito del medagliere dello Stabilimento Stefano Johnson di Milano. Il medagliere contiene sia medaglie d'arte prodotte dallo Stabilimento, fondato nel 1836, sia medaglie collezionate dalla famiglia Johnson. Di quest'ultime, però, il lascito non chiarifica la provenienza.
Informazioni sull'iconografia e le iscrizioni di questa medaglia sono desunte dal più recente contributo, condotto da Davide Gasparotto su un'esemplare conservato al conservato al Museo Correr di Venezia (inv. Cl. XXXIX. n.35), in occasione della mostra celebrativa del cinquecentenario della morte del tipografo e umanista Aldo Manuzio, tenutasi nel 2016 alle Gallerie dell'Accademia (D. Gasparotto in Beltramini, Gasparotto 2016, pp. 179-180, fig. 7). L'opera, realizzata da un anonimo medaglista veneziano, presenta sul recto un profilo verso sinistra di Aldo Manuzio, relazionabile a un disegno, verosimilmente lombardo e dei primi del Cinquecento, conservato al Kupferstichkabinett di Berlino (inv. KdZ614). La "R" presente nell'iscrizione lungo il bordo sta per "Romanus", in quanto Aldo Manuzio si definiva cittadino romano (nacque a Bassano Laziale), mentre il nome "Pio" gli fu conferito nel 1503 da uno dei più generosi finanziatori della sua impresa editoriale, Alberto Pio, signore di Carpi a cui Manuzio fece da precettore. Il verso della medaglia reca la celebre impresa del delfino avvitato attorno all'ancora, con il motto, tradotto in greco dal latino, "FESTINA LENTE". Quest'impresa è ricordata per la prima volta da Manuzio nella lettera dedicatoria ad Alberto Pio del 14 ottobre 1499 degli Astronomici veteres, e compare quasi contemporaneamente in una xilografia dell'Hypnerotomachia Poliphili attribuita a Francesco Colonna, edita appunto da Manuzio. Come marca tipografica, verrà usata da Aldo per la prima volta nel giugno del 1502, con l'edizione dei Poetae christiani veteres. Erasmo da Rotterdam racconta della scelta di questo emblema in uno dei suoi Adagia, a commento del motto Festina Lente usato dagli imperatori Augusto e Vespasiano, dove il contrasto fra la stabilità dell'ancora e la velocità del delfino acquista il significato della ricerca di un giusto equilibrio fra opposti nell'arte di governo, fra rapidità nell'azione e fermezza nella decisione. Erasmo ricorda che fu proprio Aldo a mostrargli l'emblema sul rovescio di una moneta in argento dell'imperatore Tito, regalata a Manuzio da Pietro Bembo.
La medaglia è datata al 1515 circa, anno della morte di Manuzio, e considerata quindi emessa a celebrazione della scomparsa del celebre tipografo. Tuttavia, non avendo appigli che confermino l'occasione del suo conio, l'opera va ricondotta al termine post quem del 1503, anno in cui Manuzio ottenne il nome di "Pio" presente nell'iscrizione del recto.
Si segnalano altri esemplari di questa medaglia, oltre a quello del Museo Correr di Venezia, ai Musei Civici di Vicenza, al British Museum, al Victoria and Albert Museum.
definizione
medaglia
misure
spessore: 0,53 cm; diametro: 4,8 cm; peso: 49,7 g
materiali
bronzo (fusione); bronzo (cesellatura)
acquisizione
Johnson Medaglie (1979)
iscrizioni
ALVS PIVS MANVTIVS R. (commemorativa)
FESTINA/ LENTE (esortativa)
FESTINA/ LENTE (esortativa)
settore
Collezioni d'arte
bibliografia
Aldo Manuzio. Il rinascimento di Venezia, a cura di Beltramini G./ Gasparotto D., Venezia, Marsilio, 2016
tipologia
medaglia
scheda ICCD
OA
Codifica Iconclass
61B2 (ALDO MANUZIO)