Calco in gesso di Vittoria alata o Nike di Samotracia
metà XX sec.
inventario
IGB-6973
identificazione
del soggetto
Vittoria alata di Samotracia; Nike di Samotraciadel soggetto
autori
attribuito Gariboldi, Cesare
collocazione
A0/ Sala 1
descrizione
Calco in gesso Vittoria alata o Nike di Samotracia, acefala,ad ali spiegate e nell'atto di spiccare il volo.
Il calco in gesso a tutto tondo della Nike di Samotracia (o Vittoria Alata) è esposto nel Padiglione Aeronavale del Museo, luogo di grande suggestione che ospita intere imbarcazioni come la Nave Scuola Ebe (1921), il ponte di comando e le cabine prima classe del Transatlantico Conte Biancamano (1925), il dritto di prua della Stella Polare (fine XIX secolo), la goletta Leone di Caprera (1880).
L'opera riprende al vero la celeberrima scultura di epoca ellenistica (200-180 a.C) che ritrae la Nike nell'atto di posarsi sulla prua di una nave, parte del santuario dell'isola di Samotracia costruito per celebrare la vittoria della piccola flotta di Rodi contro quella del re siriano Antioco III. Rinvenuta in frammenti nel 1863 e acquistata dal governo francese per il museo del Louvre, dove è oggi conservata, si impose sin dal ritrovamento come una vera e propria icona dell'arte classica. Molteplici furono i calchi in gesso realizzati per i musei e le accademie d'arte di tutta Europa, una pratica che consentiva agli studenti di cimentarsi nella copia delle opere più famose del passato senza dover affrontare lunghi e costosi viaggi.
Le ricerche storiche, avviate in occasione del progetto di restauro realizzato nel 2023, sono partite proprio dalla comparazione del calco presente nelle collezioni del Museo con quelli di altre istituzioni sul territorio nazionale. Non conosciamo infatti la provenienza del calco del Museo, che è registrato negli inventari nel 1966 senza indicazione di autore. La prima attestazione della sua presenza è documentata in una fotografia del 12 aprile 1964, data di inaugurazione del Padiglione Aeronavale: possiamo osservare il calco della Nike alle spalle del Presidente della Repubblica Antonio Segni insieme a Guido Ucelli, Fondatore e allora Presidente del Museo.
Il calco più affine, per vicinanza, è quello che si trova nella Sala Napoleonica dell'Accademia di Brera. La documentazione archivistica evidenzia come nel 1907 il Ministero donò all'Accademia di Brera e ad altre accademie italiane una serie di calchi greci per arricchire la collezione di gessi ad uso degli studenti. Realizzato a tasselli, nel 1911 fu assemblato per l'Accademia dal formatore di gessi Carlo Campi, che proprio di fronte a Brera aveva il proprio laboratorio dove realizzava calchi di arte antica e medievale per accademie e musei in tutta Europa (ad esempio al Victoria and Albert Museum di Londra), e che nel tempo si era trasformato in una delle più importanti gipsoteche, con oltre 3.000 pezzi. La collezione venne successivamente acquistata dall'editore Antonio Vallardi che la amplierà e la renderà un vero e proprio museo aperto agli studiosi e agli studenti di Belle Arti. Quando nel 1927 decide di dismetterlo, due formatori milanesi, Cesare Gariboldi e Cesare Bertolazzi, già dipendenti della ditta, acquisiscono parte della raccolta. Forte delle competenze tecniche e artigianali, Gariboldi lavora per diversi musei milanesi: l'Accademia di Brera (nel 1953 è conservatore e restauratore), i Musei Civici del Castello (realizza il calco della Pietà Rondanini) e il Museo della Scienza e della Tecnica: suoi sono infatti i gessi che ritraggono Alessandro Volta, commissionato nel 1956 per le Gallerie della Fisica, e il calco di una formella dell'arca di San Pietro martire in Sant'Eustorgio a Milano. Un'ipotesi è quindi che il fondatore del Museo Guido Ucelli abbia commissionato a Gariboldi il calco della Nike, che sarebbe stato eseguito sul calco storico di Brera. Ciò lascia pensare che la Nike possa essere stata acquisita nel contesto dell'ideale continuità tra arte e tecnica che caratterizzava il pensiero di Guido Ucelli, per sottolineare, nel dialogo con le prue delle navi esposte, come anche in questo luogo le due dimensioni si compenetrassero.
Il calco in gesso a tutto tondo della Nike di Samotracia (o Vittoria Alata) è esposto nel Padiglione Aeronavale del Museo, luogo di grande suggestione che ospita intere imbarcazioni come la Nave Scuola Ebe (1921), il ponte di comando e le cabine prima classe del Transatlantico Conte Biancamano (1925), il dritto di prua della Stella Polare (fine XIX secolo), la goletta Leone di Caprera (1880).
L'opera riprende al vero la celeberrima scultura di epoca ellenistica (200-180 a.C) che ritrae la Nike nell'atto di posarsi sulla prua di una nave, parte del santuario dell'isola di Samotracia costruito per celebrare la vittoria della piccola flotta di Rodi contro quella del re siriano Antioco III. Rinvenuta in frammenti nel 1863 e acquistata dal governo francese per il museo del Louvre, dove è oggi conservata, si impose sin dal ritrovamento come una vera e propria icona dell'arte classica. Molteplici furono i calchi in gesso realizzati per i musei e le accademie d'arte di tutta Europa, una pratica che consentiva agli studenti di cimentarsi nella copia delle opere più famose del passato senza dover affrontare lunghi e costosi viaggi.
Le ricerche storiche, avviate in occasione del progetto di restauro realizzato nel 2023, sono partite proprio dalla comparazione del calco presente nelle collezioni del Museo con quelli di altre istituzioni sul territorio nazionale. Non conosciamo infatti la provenienza del calco del Museo, che è registrato negli inventari nel 1966 senza indicazione di autore. La prima attestazione della sua presenza è documentata in una fotografia del 12 aprile 1964, data di inaugurazione del Padiglione Aeronavale: possiamo osservare il calco della Nike alle spalle del Presidente della Repubblica Antonio Segni insieme a Guido Ucelli, Fondatore e allora Presidente del Museo.
Il calco più affine, per vicinanza, è quello che si trova nella Sala Napoleonica dell'Accademia di Brera. La documentazione archivistica evidenzia come nel 1907 il Ministero donò all'Accademia di Brera e ad altre accademie italiane una serie di calchi greci per arricchire la collezione di gessi ad uso degli studenti. Realizzato a tasselli, nel 1911 fu assemblato per l'Accademia dal formatore di gessi Carlo Campi, che proprio di fronte a Brera aveva il proprio laboratorio dove realizzava calchi di arte antica e medievale per accademie e musei in tutta Europa (ad esempio al Victoria and Albert Museum di Londra), e che nel tempo si era trasformato in una delle più importanti gipsoteche, con oltre 3.000 pezzi. La collezione venne successivamente acquistata dall'editore Antonio Vallardi che la amplierà e la renderà un vero e proprio museo aperto agli studiosi e agli studenti di Belle Arti. Quando nel 1927 decide di dismetterlo, due formatori milanesi, Cesare Gariboldi e Cesare Bertolazzi, già dipendenti della ditta, acquisiscono parte della raccolta. Forte delle competenze tecniche e artigianali, Gariboldi lavora per diversi musei milanesi: l'Accademia di Brera (nel 1953 è conservatore e restauratore), i Musei Civici del Castello (realizza il calco della Pietà Rondanini) e il Museo della Scienza e della Tecnica: suoi sono infatti i gessi che ritraggono Alessandro Volta, commissionato nel 1956 per le Gallerie della Fisica, e il calco di una formella dell'arca di San Pietro martire in Sant'Eustorgio a Milano. Un'ipotesi è quindi che il fondatore del Museo Guido Ucelli abbia commissionato a Gariboldi il calco della Nike, che sarebbe stato eseguito sul calco storico di Brera. Ciò lascia pensare che la Nike possa essere stata acquisita nel contesto dell'ideale continuità tra arte e tecnica che caratterizzava il pensiero di Guido Ucelli, per sottolineare, nel dialogo con le prue delle navi esposte, come anche in questo luogo le due dimensioni si compenetrassero.
definizione
calco
misure
altezza: 260 cm; larghezza: 220 cm; profondità: 190 cm
materiali
gesso
settore
Collezioni d'arte
tipologia
calco
scheda ICCD
OA