Supercomputer Cray X-MP


1982

inventario
IGB-18409
autori
Cray Research, Inc. - CRI (produttore/ progettista)
collocazione
deposito
descrizione
L'oggetto è composto da due blocchi. Il blocco a 8 colonne ospita le schede con i circuiti integrati (chip) che compongono i processori. L'altro blocco ospita una memoria a stato solido (ossia un sistema per memorizzare dati basato su materiali semiconduttori, che non prevede parti in movimento, come invece i dischi) e un sistema di governo delle periferiche (unità input/output), per esempio i terminali per operare il computer, qui non presenti.
Tutti i modelli Cray avevano le unità di alimentazione e i sistemi di raffreddamento collocati in modo da formare delle comode sedute intorno ai processori e alle memorie. Nelle intenzioni del fondatore dovevano servire a rendere più confortevole il lavoro dei tecnici manutentori, oltre che rendere l'elaboratore un oggetto d'arredo.
Al computer potevano essere connessi fino a 7 terminali utente. La macchina era compatibile con terminali di altre marche.
Consultando materiali pubblicitari dell'epoca, si può ipotizzare che il modello sia la versione X-MP/2, ma gli allestimenti dei mainframe Cray potevano essere personalizzati e di aspetto variabile. Questo esemplare ha finiture di colore rosso, con sedute in pelle sintetica.
Una targhetta parzialmente abrasa, apposta sopra un pannello di controllo, riporta il logo della casa automobilistica tedesca BMW, probabile utilizzatore del computer.

Il "supercomputer" Cray X-MP fu prodotto dalla Cray Research, un laboratorio di sviluppo e produzione di calcolatori dall'architettura e dal design innovativo, fondato nel 1972 dall'ingegnere Seymour Cray (1925-1996) nella cittadina di Chippewa Falls, in Wisconsin, negli Stati Uniti. Questo modello fu ideato dall'ingegnere sino-americano Steve S. Chen, che negli anni ‘80 affiancò il fondatore Cray nella progettazione di nuovi prodotti. I modelli X-MP, rilasciati a partire dal 1982, sono stati tra i primi a essere dotati di processori multipli.
-- I supercomputer --
Si definiscono "supercomputer" gli elaboratori ad elevata potenza di calcolo e velocità, impiegati nella ricerca scientifica di base e applicata. Il concetto di "supercomputer" è relativo, la definizione cambia man mano che la tecnologia evolve. In generale si tratta di elaboratori (singoli o assemblaggi di più macchine) dedicati a risolvere problemi in campi che richiedono calcoli matematici complessi, come ad esempio la meteorologia, la fisica, la farmacologia, o lo sviluppo di prodotti ad alta tecnologia, come applicazioni per la difesa, arei e automobili. Non si tratta solo di avere maggiore velocità nell'elaborazione dei dati: i supercomputer spesso permettono di simulare situazioni che nella realtà comporterebbero dei rischi (come gli effetti di un'esplosione) o sono difficili e costose da osservare (per esempio i crash test di veicoli).
-- Cenni storici --
La storia dei supercomputer comincia durante la seconda guerra mondiale e riceve notevole impulso nei decenni successivi, con lo sviluppo dell'era nucleare e dell'esplorazione spaziale.
Prima dell'avvento dei calcolatori automatici, la potenza di calcolo necessaria a completare un progetto ingegneristico era affidata a decine di persone, spesso donne, che effettuavano calcoli a mano o con calcolatrici meccaniche. La parola "computer" indicava originariamente questo mestiere. Le competenze e le tecnologie necessarie per realizzare calcolatori automatici potenti e affidabili accelerano la loro evoluzione a partire dagli anni '30. Alla fine degli anni '50 negli USA emergono le soluzioni tecnologiche che porteranno alla produzione su larga scala dei circuiti integrati (detti poi "chips") che innescheranno un'accelerazione ulteriore nell'aumento della potenza di calcolo. Nel 1965 l'ingegnere Gordon Moore, poi fondatore della Intel, in una celebre constatazione, poi nota come la "legge di Moore", notò come ogni anno raddoppiasse il numero di componenti disponibile su un chip.
-- I computer di Seymour Cray --
Negli anni Sessanta del XX secolo, lavorando per l'azienda CDC, Seymour Cray diventò uno stimato progettista di architetture informatiche, in grado di sfruttare al meglio le tecnologie disponibili. Ma è mettendosi in proprio che Cray adotta la particolare disposizione semicircolare delle colonne, che accorciava i cablaggi, rendendo il computer più veloci. Secondo alcuni studiosi, però, la vera innovazione che rendeva i computer Cray particolarmente performanti consisteva nella capacità dell'azienda di inserire un altissimo numero di componenti in poco spazio, con conseguente diminuzione dei tempi di processamento. Tanta compattezza ha un effetto collaterale: tutto l'insieme del Cray X-MP/2 presente al Museo pesa più di due tonnellate.
Il primo modello che Cray sviluppò poteva compiere nel 1974 circa 80 milioni di operazioni a virgola mobile al secondo (FLOPS), mentre i modelli X-MP, messi in commercio dal 1982, avevano una media di 200 milioni di operazioni, fino ai 420 milioni degli ultimi modelli. Allora era una potenza di calcolo enorme, ma i comuni processori degli smartphone del XXI secolo hanno velocità incomparabili, superiori di diversi ordini di grandezza (si parla ora di "teraflops" e, per i computer degli anni Venti del nostro secolo, di "petaflops": milioni di miliardi di FLOPS).
Oggetti "fantascientifici" e irraggiungibili, i supercomputer hanno sempre stimolato l'immaginario collettivo: proprio i Cray X-MP, con la loro forma inusuale, vengono immaginati dallo scrittore Michael Crichton (1942-2008) nel celebre romanzo Jurassic Park (1990) mentre effettuano calcoli per sequenziare il genoma dei dinosauri. Tuttavia, la forma dei computer Cray non è solo un capriccio estetico, ma ha una ragione funzionale legata alla loro velocità.
-- Il computer Cray X-MP del Museo --
Il computer proviene, probabilmente, dall'azienda automobilistica BMW, come attesta una targhetta parzialmente cancellata, posta sulla CPU.
I supercomputer hanno costi tali che solo grandi aziende o enti governativi possono adottare queste tecnologie. Il costo del Cray X-MP a metà degli anni '80 era tra i 10 e 15 milioni di dollari (tra i 33 e i 50 milioni di oggi).
definizione
computer
misure
altezza: 195,58 cm; diametro: 262,89 cm; peso: 2.380 kg
settore
Calcolo e Informatica
bibliografia
Ceruzzi, Paul E. Storia dell'informatica: dai primi computer digitali all'era di internet. Milano: Apogeo, 2006

Murray, Charles J. The supermen: the story of Seymour Cray and the technical wizards behind the supercomputer. New York: John Wiley, 1997

Brock, D. «Seymour Cray: The Man Who Brought Style to Supercomputers», 28 luglio 2017. https://spectrum.ieee.org/seymour-cray-the-man-who-brought-style-to-supercomputers
tipologia
computer
scheda ICCD
PST